CENNI CRITICI
Quadri che
sono specchi dell’anima di chi li osserva, più che di
chi li ha dipinti.
L’accenno di forme e l’assenza di titoli e di
conseguenti
indicazioni su ciò che dovrebbe essere visto crea
tensione,
accentuata dall’uso improprio delle tecniche e dei
colori e dalla
mancanza di limiti. I pochi margini tracciati vengono
regolarmente
scavalcati e l’inquietudine ne trae nutrimento.
Le emozioni sono forti e contrastanti.
L’uomo, la solitudine, l’esistenza… Il rapporto tra
l’uomo ed il
mondo, il rapporto tra simili, l’uomo di fronte
all’universo ed alla
universalità, l’uomo solo al cospetto della vita e dei
suoi enormi
problemi.
La
difficoltà di vivere, il tormentato rapporto tra il grande amore
per la vita e le sofferenze che la vita stessa ci
procura. Soli alla
nascita come nella morte, soli negli intimi problemi
alla ricerca di
insperate soluzioni.
Un pessimismo esistenziale che si scontra
quotidianamente con una
enorme ammirazione per il mistero della vita e la
magnificenza del
creato e delle creature.
(Barbara Peres)
Paesaggi
interiori, metafore del mondo.
Uno spiraglio di bianco,
nell’alto orizzonte e nel basso della
terra permane: E’ la speranza
Lara Treppiede
Artevarese
Lame di luce che
salgono a provare a disperdere il buio che ci sovrasta,o l'inverso, un buio che
scende sopra barlumi di luce che provano a resistere. Sarebbe in ogni caso
suggestivo e visionario, modi di interpretare questo difficile presente e un
futuro cha appare problematico.
Luisa Montecucco
"La
dolente espressività dei Lavori
di Boldrini rompe
gli scherni di una
cultura consolatoria, di un'Arte fatta per
imbellettare la
realtà, per nasconderla
sotto uno strato
di cerone, adattandola a
una società che
non smette mai di fingersi
allegra, ridente,
ricca.
E' la rivolta di
uno spirito libero, di un poeta
deI colore che non
desidera strappare
sorrisi e
consensi, ma che fa tesoro della
consapevolezza
della fatica di vivere per
proporcela in una rappresentazione che ci
coinvolge e
commuove.
Boldrini mette a
nudo un mondo solcato
da lampi, da
guizzi di luce, da presenze
cromatiche forti,
quasi a lanciare li
segnale di una
presenza viva, attenta, non
doma... "
Beppe
Palomba
Spazi
Spazi pittorici ,ma anche al
tempo stesso, luoghi d’elezione,condensati d’emozione che si aprono alla vista
dello spettatore, alla sua fruizione, alla sua disponibilità di
ricezione,saturi di un colore denso,scuro,un colore che talvolta si schiude
inaspettatamente alla luce abbagliante
del bianco o alla tenerezza di tinte lievi,sfumature di colori pastello.
Sono spazi carichi di attese, di
energia rappresa,trattenuta,in cui si gioca l’eterna partita tra l’istinto e la
riflessione, tra la ragione e il sentimento.
C’è la forza del gesto che si
esprime attraverso pennellate decise, evidenti segni neri che scavano la
tela.
Ma poi c’è un’incessante ricerca
di equilibri, in un gioco di pesi e contrappesi. E velature tese ad attenuare,
ammorbidire o al contrario a scavare più a fondo. E colature che lasciano
“spazio” anche al caso, anche se magari solo in parte.
Sono paesaggi? Forse si. Talvolta
questi spazi sembrano alludere,evocare paesaggi. Oppure si tratta di una
somiglianza solo superficiale,solo apparente, con paesaggi della natura. Di
certo sono invece paesaggi dell’anima.
Ed è evidente, a mio avviso,
l’intento fortemente emotivo dell’artista, che cerca di attingere alle proprie
emozioni ad un livello profondo e per via diretta, con la sola mediazione del
puro gesto e del puro colore; e attraverso tale accesso diretto cerca un altrettanto rapporto diretto,
empatico, con lo spettatore.
Ed è altrettanto certo che però,
perché la magia si verifichi, è necessario che anche lo spettatore ci metta del
suo: che sia innanzitutto disponibile, aperto, e che si lasci trasportare dalla
musica che promana dalle tele, e poi che
abbia emozioni al fondo della sua anima tali che in tale musica possano
riconoscersi e vibrare.
Virgilio Patarini
ANDREA BOLDRINI
Fronteggia la sua passione per l’arte con la serenità
razionale di chi pensa tanto e rende il supporto mero piano di lavoro delle sue
emozioni. In passaggio dalla trattazione di una tematica esistenzialista (
periodo riflessivo in cui cerca di dar
vita a qualcosa di morente) si approccia alla delineazione di tronchi privi di
personalità e carattere avulsi da contesti concreti che detengono sono nomi di
uomini e di donne. E lo sono,difatti
rappresentazione di persone di cui è noto solo il loro aspetto, senza
cognizione del loro “io interiore”. Diversi nei toni e nella fattezza simbolo
di ogni uomo, i tronchi sono scrigno di nostalgie e segreti e recano, sulla
corteccia, i segni del tempo e delle
prove subite e affrontate. L’originalità artistica di Boldrini sta nello
spessore che affida ad ogni tronco e nell’abilità con cui destreggia il tratto
apparentemente materico. L’abilità artistica risiede nella mente creativa, nel
riuscire ad utilizzare toni raffinatissimi e leggiadri ispessendo il supporto
rendendolo rugoso. Destreggiandosi da maestro d’arte e serbando la timidezza di
pochi grandi. Boldrini tratteggia con abilità la dimensione umana fisica
portando l’osservatore, con l’accompagnamento musicale, ad individuarsi in ogni
opera e a rintracciare, in ogni nervatura, quella che gli appartiene per
ritrovarsi nei ricordi.
Anna Soricaro